Alessandro Bourzik
FRAGILE
Dettagio – Tecnica mista su tela
Questa serie di quattro tele esplorara e mettere in luce la vulnerabilità umana attraverso una rappresentazione senza filtri. Ogni volto dipinto è coperto da un velo trasparente, che non solo simboleggia la pelle umana, ma sottolinea anche in modo eloquente la fragilità dell’essenza interiore di ciascun individuo.
Dettagio – Tecnica mista su tela
Questa serie di quattro tele esplorara e mettere in luce la vulnerabilità umana attraverso una rappresentazione senza filtri. Ogni volto dipinto è coperto da un velo trasparente, che non solo simboleggia la pelle umana, ma sottolinea anche in modo eloquente la fragilità dell’essenza interiore di ciascun individuo.
Carlotta Danieli
SPERIMENTAZIONI CUTANEE
olio su tela
L’opera descrive un paesaggio metafisico avvolto da un’imponente distesa organica simile alla pelle su cui si erigono come protagonisti di uma rappresentazione teatrale figure che richiamano l’immagine dei denti. Quest bg e figure narrano le esperienze della vita, lasciando i loro segni sulla pelle come morsi impressi sulla superficie cutanea. Tali segni, seppur effimeri, svaniranno gradualmente dalla superficie esterna per rimanere per sempre incisi nel profondo di noi stessi.
olio su tela
L’opera descrive un paesaggio metafisico avvolto da un’imponente distesa organica simile alla pelle su cui si erigono come protagonisti di uma rappresentazione teatrale figure che richiamano l’immagine dei denti. Quest bg e figure narrano le esperienze della vita, lasciando i loro segni sulla pelle come morsi impressi sulla superficie cutanea. Tali segni, seppur effimeri, svaniranno gradualmente dalla superficie esterna per rimanere per sempre incisi nel profondo di noi stessi.
Carolina Diacon
TUTT’UNO
Tempera su tela
La superficie del dipinto è fatta di elementi vivi, elementi mortali, organici, fatti di carne e pelle. Un miscuglio di pelli umane cucite insieme per ricostruire un nuovo tutt’uno, il corpo, di una nuova forma. Queste cuciture con il loro messaggio crudo e a volte brutale cerca di abbattere le barriere sociali e culturali dell’identità per metterci di fronte alla consapevolezza che prima o poi abbandanermo tutti la nostra carne al suolo, tutti nello stesso modo.
Tempera su tela
La superficie del dipinto è fatta di elementi vivi, elementi mortali, organici, fatti di carne e pelle. Un miscuglio di pelli umane cucite insieme per ricostruire un nuovo tutt’uno, il corpo, di una nuova forma. Queste cuciture con il loro messaggio crudo e a volte brutale cerca di abbattere le barriere sociali e culturali dell’identità per metterci di fronte alla consapevolezza che prima o poi abbandanermo tutti la nostra carne al suolo, tutti nello stesso modo.
Noemi D’Agostino
ÈCDIṠI
incisione su linoleum
La metamorfosi della pelle attraverso il percorso vitale che costruisce la storia e l’evoluzione di ogni individuo. “Ecdisi ècdiṡi s. f. [dal gr. ἔκδυσις, propr. «uscita, privazione», der. di ἐκδύω «spogliare, spogliarsi»]. – In biologia, il processo di perdita e di riformazione dello strato superficiale del tegumento, […] che si verifica in varî gruppi di animali, soprattutto artropodi e rettili; è parzialmente sinon. di muta”
incisione su linoleum
La metamorfosi della pelle attraverso il percorso vitale che costruisce la storia e l’evoluzione di ogni individuo. “Ecdisi ècdiṡi s. f. [dal gr. ἔκδυσις, propr. «uscita, privazione», der. di ἐκδύω «spogliare, spogliarsi»]. – In biologia, il processo di perdita e di riformazione dello strato superficiale del tegumento, […] che si verifica in varî gruppi di animali, soprattutto artropodi e rettili; è parzialmente sinon. di muta”
Alessandra Di Pietro
IDENTITA’ TEMPORALE
Acrilico su legno
L’opera esplora attraverso le impronte digitali il concetto di identità che si imbatte in un disorientante dualismo: interiorità ed esteriorità. La pelle, intesa come superficie, perde importanza davanti alla nostra emotività, che come un’impronta ci distingue da ogni altro essere umano. In questo, impronta ed albero si uniscono, contraddicendosi allo stesso tempo secondo la dialettica superficiale-esteriore e profondo-interiore.
Acrilico su legno
L’opera esplora attraverso le impronte digitali il concetto di identità che si imbatte in un disorientante dualismo: interiorità ed esteriorità. La pelle, intesa come superficie, perde importanza davanti alla nostra emotività, che come un’impronta ci distingue da ogni altro essere umano. In questo, impronta ed albero si uniscono, contraddicendosi allo stesso tempo secondo la dialettica superficiale-esteriore e profondo-interiore.
Elena Scaramuzza
BARRIERA
Collage su tela
La pelle è molto più di un semplice involucro per il nostro corpo. È una sorta di armatura, una custodia che racchiude il nostro mondo interiore. Come un antico guerriero, la nostra pelle difende il tesoro più prezioso: la nostra essenza. Ma non è solo una barriera fisica. La pelle è anche il confine tra il nostro io esterno e il nostro io interno. È attraverso di essa che percepiamo il mondo esterno e che il mondo esterno ci percepisce. È la nostra interfaccia con la realtà.
Collage su tela
La pelle è molto più di un semplice involucro per il nostro corpo. È una sorta di armatura, una custodia che racchiude il nostro mondo interiore. Come un antico guerriero, la nostra pelle difende il tesoro più prezioso: la nostra essenza. Ma non è solo una barriera fisica. La pelle è anche il confine tra il nostro io esterno e il nostro io interno. È attraverso di essa che percepiamo il mondo esterno e che il mondo esterno ci percepisce. È la nostra interfaccia con la realtà.
Fabio Motta
COSA SI PROVA?
Olio su tela
La pelle è ciò che si frappone tra noi e la realtà, la quale viene filtrata e percepita anche grazie ad essa. La serie raffigura la crescita umana divisa in sette fasi, sintetizzate in diverse figure (il neonato, il bambino, l’adolescente, il ragazzo, l’uomo, l’anziano e la morte) rappresentate come macchie sulla pelle, che invecchia in contemporanea alla sagoma riflettendo la maturazione della persona e mostrando, al contempo, lo spegnersi dell’intensità del colore, sia della pelle che delle figure, in quanto con l’avanzare dell’età, la percezione del mondo esterno si fa sempre più incerta, fino a svanire.
Olio su tela
La pelle è ciò che si frappone tra noi e la realtà, la quale viene filtrata e percepita anche grazie ad essa. La serie raffigura la crescita umana divisa in sette fasi, sintetizzate in diverse figure (il neonato, il bambino, l’adolescente, il ragazzo, l’uomo, l’anziano e la morte) rappresentate come macchie sulla pelle, che invecchia in contemporanea alla sagoma riflettendo la maturazione della persona e mostrando, al contempo, lo spegnersi dell’intensità del colore, sia della pelle che delle figure, in quanto con l’avanzare dell’età, la percezione del mondo esterno si fa sempre più incerta, fino a svanire.
Freccia Davide
LE LAVANDAIE
Acquarello su carta
Il dipinto cattura l’essenza delle donne che lavano le loro pelli al fiume, raffigurandole con la delicatezza e la grazia delle lavandaie che operano lungo le rive. Nella loro attività quotidiana, si intravede una ricerca di purificazione, come se l’acqua del fiume potesse portare via e lavare via i segni indelebili delle sofferenze e dei maltrattamenti subiti. Queste figure femminili assumono una potente simbologia, riflettendo la forza e la resilienza di coloro che, nonostante le avversità, trovano nella ritualità del lavaggio una forma di rinascita e di liberazione. Il dipinto evoca emozioni profonde, trasmettendo un messaggio di speranza e di rinnovamento attraverso l’immagine di donne che, pur immerse nel fluire dell’acqua, trovano la forza di lavare via il dolore del passato e di guardare avanti verso un futuro più luminoso.
Acquarello su carta
Il dipinto cattura l’essenza delle donne che lavano le loro pelli al fiume, raffigurandole con la delicatezza e la grazia delle lavandaie che operano lungo le rive. Nella loro attività quotidiana, si intravede una ricerca di purificazione, come se l’acqua del fiume potesse portare via e lavare via i segni indelebili delle sofferenze e dei maltrattamenti subiti. Queste figure femminili assumono una potente simbologia, riflettendo la forza e la resilienza di coloro che, nonostante le avversità, trovano nella ritualità del lavaggio una forma di rinascita e di liberazione. Il dipinto evoca emozioni profonde, trasmettendo un messaggio di speranza e di rinnovamento attraverso l’immagine di donne che, pur immerse nel fluire dell’acqua, trovano la forza di lavare via il dolore del passato e di guardare avanti verso un futuro più luminoso.
Anna Goi
TAVOLOZZA DELLE EMOZIONI
Acrilico su tela
L’opera raffigura una serie di guanti dai toni neutri sospesi in un limbo bianco; essi mostrano, al posto dell’effetto del tessuto, la texture della pelle. Il concetto alla base è la pelle intesa come punto di incontro tra la psiche e il corpo. Le cromie, più o meno scure in base all’intensità dell’emozione, simboleggiano i cambiamenti che l’epidermide assume a seconda dei sentimenti provati, facendo diventare il guanto una vera e propria “tavolozza delle emozioni”.
Acrilico su tela
L’opera raffigura una serie di guanti dai toni neutri sospesi in un limbo bianco; essi mostrano, al posto dell’effetto del tessuto, la texture della pelle. Il concetto alla base è la pelle intesa come punto di incontro tra la psiche e il corpo. Le cromie, più o meno scure in base all’intensità dell’emozione, simboleggiano i cambiamenti che l’epidermide assume a seconda dei sentimenti provati, facendo diventare il guanto una vera e propria “tavolozza delle emozioni”.
Martina Guagnano
GENERAZIONI NEL TEMPO
Acrilico su tela
L’opera descrive la complessità delle relazioni tra due generazioni di donne. Esse si intrecciano, si confrontano, si sovrappongono, esplorando i labirinti dell’esistenza con ritmi e sensibilità differenti. Vivono nel medesimo tessuto sociale, ma in epoche diverse, trasmettendo emozioni e sguardi che si fondono in un vortice senza fine. Questo “infinito” visibile mette in luce la ciclicità inesorabile della vita e l’incessante confronto generazionale, narrato attraverso le tracce indelebili che esse portano sulla propria pelle. L’infinità che esse formano è il riflesso tangibile di un legame eterno, un ciclo senza fine in cui le due generazioni si ritrovano costantemente, oltre le barriere del tempo.
Acrilico su tela
L’opera descrive la complessità delle relazioni tra due generazioni di donne. Esse si intrecciano, si confrontano, si sovrappongono, esplorando i labirinti dell’esistenza con ritmi e sensibilità differenti. Vivono nel medesimo tessuto sociale, ma in epoche diverse, trasmettendo emozioni e sguardi che si fondono in un vortice senza fine. Questo “infinito” visibile mette in luce la ciclicità inesorabile della vita e l’incessante confronto generazionale, narrato attraverso le tracce indelebili che esse portano sulla propria pelle. L’infinità che esse formano è il riflesso tangibile di un legame eterno, un ciclo senza fine in cui le due generazioni si ritrovano costantemente, oltre le barriere del tempo.
Iengo
I SEGNI DEL TEMPO
Acrilico su tela
I segni del tempo sono gli anni che scendono inesorabilmente sui nostri corpi come una pioggia di numeri. Scavano nella pelle, scandiscono il tempo che passa mostrandolo attraverso le profondità dei solchi delle rughe. I segni del tempo raccontano l’esperienza e la vita di ogni individuo.
Acrilico su tela
I segni del tempo sono gli anni che scendono inesorabilmente sui nostri corpi come una pioggia di numeri. Scavano nella pelle, scandiscono il tempo che passa mostrandolo attraverso le profondità dei solchi delle rughe. I segni del tempo raccontano l’esperienza e la vita di ogni individuo.
Irene Ghersi
LA PELLE DEL MONDO
carta pesta con struttura in ferro
Una mano nella quale crescono splendidi fiori come monito per un sentimento ecologico per la nostra terra Se solo gli esseri umani riuscissero a prendersi cura per il loro pianeta allo stesso modo con il quale curano la loro pelle il mondo sarebbe sempre un immenso giardino.
carta pesta con struttura in ferro
Una mano nella quale crescono splendidi fiori come monito per un sentimento ecologico per la nostra terra Se solo gli esseri umani riuscissero a prendersi cura per il loro pianeta allo stesso modo con il quale curano la loro pelle il mondo sarebbe sempre un immenso giardino.
Lorenzo Bianchi
ANIME DI CARNE
Acrilico su carta
La pelle é contemporaneamentev una protezione e una maschera, é ciò che ci lega la terra e ci mette in contatto con la materia. La pelle il primo “indumento” che l’essere umano indossa. Questo dipinto è il dettaglio inscala del progetto per un ciclo affrescato di tre pareti e ne ritrae quella centrale che rappresenta una sorta di “paravento” che invita lo spettatore a spogliarsi dalla carne per elevare l’anima.
Acrilico su carta
La pelle é contemporaneamentev una protezione e una maschera, é ciò che ci lega la terra e ci mette in contatto con la materia. La pelle il primo “indumento” che l’essere umano indossa. Questo dipinto è il dettaglio inscala del progetto per un ciclo affrescato di tre pareti e ne ritrae quella centrale che rappresenta una sorta di “paravento” che invita lo spettatore a spogliarsi dalla carne per elevare l’anima.
Ferracioli Marta
SQUARCI
Installazione pittorica
Una rottura della pelle, la fuoriuscita di di un mondo interiore. La pelle, è il contenitore e la prigione della persona e il suo squarcio è una liberazione. L’installasione diventa parte integrante dell’opera pittorica ed insieme raccontano l’intimita della liberazione del mondo interiore attraverso l’evocazione dell’intimità dei gesti un bagno.
Installazione pittorica
Una rottura della pelle, la fuoriuscita di di un mondo interiore. La pelle, è il contenitore e la prigione della persona e il suo squarcio è una liberazione. L’installasione diventa parte integrante dell’opera pittorica ed insieme raccontano l’intimita della liberazione del mondo interiore attraverso l’evocazione dell’intimità dei gesti un bagno.
Alessandra Melzi
COLORI DELLA MENZOGNA
Tecnica mista su carta
La pelle è un involucro (Una cosa che né nasconde un’altra). In questo caso la pelle, che viene rappresentata come se fosse fatta da sacchetti di plastica colorati che celano dietro le loro sfumature qualcosa di più oscuro. Il dipinto vuole denunciare la violenza subita quotidianamente sulle donne, e spesso invisibile agli occhi della gente.
Tecnica mista su carta
La pelle è un involucro (Una cosa che né nasconde un’altra). In questo caso la pelle, che viene rappresentata come se fosse fatta da sacchetti di plastica colorati che celano dietro le loro sfumature qualcosa di più oscuro. Il dipinto vuole denunciare la violenza subita quotidianamente sulle donne, e spesso invisibile agli occhi della gente.
Michele Savona
SOTTOPELLE
Olio su tela
Scivola il corpo, forse cade. Le forme si spengono, mentre si accendono dentro i colori. Blu ceruleo, tensione, materia mossa, poi verde smeraldo, vibrazione, energia: ecco che sotto la pelle, l’anima danza.
Olio su tela
Scivola il corpo, forse cade. Le forme si spengono, mentre si accendono dentro i colori. Blu ceruleo, tensione, materia mossa, poi verde smeraldo, vibrazione, energia: ecco che sotto la pelle, l’anima danza.
Noemi Nardo
SIMBIOSI
Acquerello su cartoncino
L’opera raffigura una foglia la cui superficie ricorda la struttura della pelle umana per raccontare la simbiosi tra uomo e natura.
Acquerello su cartoncino
L’opera raffigura una foglia la cui superficie ricorda la struttura della pelle umana per raccontare la simbiosi tra uomo e natura.
Papetti Federico
UN LUMINOSO LAMPO DI DOLORE
Acrilico su tela
La pelle sussurra i segreti del fuoco, sulle note silenti della distruzione, la bomba abbraccia l’umano in un’agonia cruda, il tessuto diventa cronaca dei lamenti muti. Nel suo canto di cicatrici e cenere, la pelle racconta il dolore senza parole, testimone mutevole della follia umana, sotto il peso insostenibile del nucleare
Acrilico su tela
La pelle sussurra i segreti del fuoco, sulle note silenti della distruzione, la bomba abbraccia l’umano in un’agonia cruda, il tessuto diventa cronaca dei lamenti muti. Nel suo canto di cicatrici e cenere, la pelle racconta il dolore senza parole, testimone mutevole della follia umana, sotto il peso insostenibile del nucleare
Lucrezia Rossi
PASSATO O FUTURO?
Installazione
Nell’epoca della ricerca affannosa dell’eterna giovinezza attraverso la cosmesi e la chirurgia questa installazione vuole ripercorrere la pratica di conservazione del corpo defunto ai tempi degli egizi. La semplificazione di questa pratica si concentra su tre elementi: l’amuleto a forma di due dita per simboleggiare l’attività degli imbalsamatori, le bende con le quali viene ricoperto il corpo e il sale usato per la conservazione.
Installazione
Nell’epoca della ricerca affannosa dell’eterna giovinezza attraverso la cosmesi e la chirurgia questa installazione vuole ripercorrere la pratica di conservazione del corpo defunto ai tempi degli egizi. La semplificazione di questa pratica si concentra su tre elementi: l’amuleto a forma di due dita per simboleggiare l’attività degli imbalsamatori, le bende con le quali viene ricoperto il corpo e il sale usato per la conservazione.
Sara Brivio
RIFLESSI DELL’ESSERE
Collage su cartone vegetale
L’opera racconta la connessione tra il passato e l’identità personale. Partendo da un autoritratto fotografico il volto viene ritagliato e sostituito da pezzi di specchio che narrano la frammentazione delle esperienze del vissuto personale, poi ricomposto come se fosse un mosaico nel quale rispecchiarsi e riscoprirsi scrutando nei frammenti attraverso l’acettazionedi se. Oltre le apparenze.
Collage su cartone vegetale
L’opera racconta la connessione tra il passato e l’identità personale. Partendo da un autoritratto fotografico il volto viene ritagliato e sostituito da pezzi di specchio che narrano la frammentazione delle esperienze del vissuto personale, poi ricomposto come se fosse un mosaico nel quale rispecchiarsi e riscoprirsi scrutando nei frammenti attraverso l’acettazionedi se. Oltre le apparenze.